L’ECONOMIA AGRICOLA

Terrazzamenti

 

           

            Per secoli il prodotto che ha sostenuto l’economia di intere famiglie di Solicchiata è stato il vino. Anche se ormai poche, sono le vigne rimaste dove si ricava ancora un buon vino rosso, tipico, per gusto, profumo e gradazione, del versante nord dell’Etna e dei suoi terreni di sabbia vulcanica poco profondi.

La caratteristica fondamentale di questi vigneti sono i terrazzamenti fatti con muretti in pietra e scorie laviche, che contraddistinguono notevoli estensioni di terreno.

L’aspetto paesistico di questi vigneti costruiti è singolare ed è caratterizzato da alcuni elementi di base:

- i muretti dei terrazzamenti, alti da mezzo metro a due metri circa;

- le stradelle pedonali interne (rasole) in pietra e terra vulcanica  assestate a mano;

- le scalette con gradini di pietra lavica tagliata che collegano le rasole fra terrazzamenti successivi;

- i grandi cumuli (torrette) a forma di “ ziggurat “, alti anche parecchi metri, costruiti come depositi di pietre avanzate dallo spietramento del terreno;

- i muri di recinzione dei vigneti, alti circa due metri, di pietrame lavico a secco bene assestati;

- i coni della terra (munzeddi), dovuti alla zappatura stagionale.

I vini che si ottengono nelle contrade: di Moltedolce, Rampante, chiuse di Barbagallo, Moganazzi, Puntalemarino, appartengono alla migliore produzione della zona etnea. Tutti questi terreni sono zona di vini DOC

Anticamente quasi ogni vigna possedeva il proprio palmento, vista la grande diffusione della viticoltura soprattutto fino alla metà del secolo scorso. Dei ricavati della campagna, l’uva era l’unica vera grande fonte di reddito degli abitanti alla quale davano tutta l’attenzione necessaria.

Il periodo della vendemmia era infatti una festa, tutti grandi e piccoli, raccoglievano l’uva la cui lavorazione avveniva nei palmenti, strutture abbastanza attrezzate anche per ricevere notevole quantità di mosto.